Costi della salute: facciamo leva sulla responsabilità individuale

Intervento in Gran Consiglio del deputato Matteo Quadranti sull'iniziativa parlamentare generica (24.6.2019) di Laura Riget e cofirmatari "Limitiamo i premi per il ceto medio e rendiamo accessibile l'aiuto agli aventi diritto!"

Il tema dell’aumento dei premi di cassa malati è connesso a quello dell’aumento dei costi della sanità. I costi della sanità aumentano per vari fattori, e non è sempre colpa di una parte sola: molti sono gli stakeholder (ossia le parti interessate) coinvolti. Alcuni più virtuosi altri meno. Inutile cercare sempre di scaricare responsabilità su un nemico o il cattivo di turno.

Il nostro sistema sanitario deve certo - e lo vuole anche questa maggioranza - continuare a mantenere una qualità elevata ma deve anche essere sostenibile.

Vi sono due vie per venire in aiuto alla riduzione del costo dei premi per i cittadini: continuare a sussidiare (vedi sussidiare di più e a più persone con uno Stato assistenziale) e continuare a spendere anche irrazionalmente o in modo irragionevole, oppure vi è un secondo modo che è quello di contenere aumenti di costo/spesa e ragionare su più livelli e misure per ridurre gli sprechi di prestazioni fornite ma anche richieste.

La maggioranza di questo parlamento pensa di dover perseguire la seconda via.

Infatti, una riduzione dei costi della salute – che di riflesso porta ad una riduzione dei costi dei premi delle casse malati (senza perdere in qualità, anzi! – vedasi la concentrazione delle specialità) – può e deve avvenire con un approccio plurimo e diversificato su più fronti, alcuni nazionali altri cantonali.

Ad esempio attraverso:

  • Agevolazioni fiscali (tra cui quelle proposte da questa maggioranza e che saranno votate entro fine dicembre)
  • pianificazione ospedaliera razionale e sensata
  • trasparenza, correttezza e controllo dei costi delle prestazioni (revisione finanziamento tra cure stazionarie e/o ambulatoriali) controlli da parte della FINMA e dell’Uff. fed Sanità sulle Casse malati con conseguenti influssi sul una corretta fatturazione (nuovo TARDOC al posto del Tarmed) di prestazioni da parte di ospedali, cliniche, medici
  • una maggiore concorrenza
  • la digitalizzazione, ed infine
  • attraverso anche la responsabilità individuale delle nostre scelte, scelte di noi portatori di più cappelli: quello di assicurati, quello di cittadini, di pazienti e infine quello di contribuenti.

I costi della salute stanno diventando ormai insopportabili per la maggior parte della popolazione.

Una situazione preoccupante, in un contesto già difficile.

Ne siamo perfettamente consapevoli.

Ma saperlo è una cosa, risolvere il problema è un'altra.

Lo vediamo costantemente (anche oggi per il preventivo 2023 come lo era già quello del 2021 post covid 19) che non basta dire che non si può andare avanti così. È tempo di sacrifici e scelte responsabili da più parti.

Vi indico solo alcuni ambiti di possibile risparmio ed alcuni li possiamo attuare noi, singoli cittadini:

  • una delle associazioni mantello delle casse malati, sostiene la promozione dei farmaci generici o biosimilari invece dei più costosi originali. Con questa misura si possono ridurre costi in Svizzera per CHF 480'000'000. Questa tipologia di risparmio la possiamo e dovremmo attuare NOI. Va spezzato il ragionamento poco virtuoso del: “visto che pago tanto di premi, allora pretendo farmaci di marca, secondi pareri, specialisti e non medico di famiglia, …”.
  • Il volume dei premi della cassa malati obbligatoria è di 36 miliardi e malgrado la lista delle prestazioni sanitarie coperte dalle casse malati di base obbligatoria si allarghi sempre di più, le prestazioni complementari (facoltative e con un volume di premi di ca. CHF 3.6 miliardi) sono richieste comunque. Dal sito Comparis e dal Centro di ricerca congiunturale del Politecnico di Zurigo, con semplici accorgimenti nella scelta delle voci di premio (e non solo giocando sulle franchigie) si può risparmiare fino al 40% come scelta individuale senza sacrificare la qualità (che non è eccedere nel consumo di sanità).
  • Quindi un margine di manovra per ridurre i premi già è nelle nostre mani. Perché il PS vuole evitare di affrontare queste scelte responsabili?
  • Il passaggio alla nuova tariffa TARDOC delle prestazioni mediche in sostituzione dell’attuale TERMED che ha fatto esplodere i costi e i guadagni dei soli medici, si possono risparmiare altri CHF 500'000'000 a livello svizzero.
  • Rivedendo il sistema di finanziamento EFAS relativo alla copertura dei costi delle prestazioni stazionarie e quelle ambulatoriali si possono risparmiare, sempre a livello nazionale da CHF 2'000'000'000 a 3'000'000'000.

Dovremmo sostenere e promuovere queste misure.

Il Ticino dopo Neuchâtel (ma di poco) è il Cantone che ha visto il più grosso aumento dei premi (+9.2% a fronte di una media nazionale del 6.6%: chiediamoci il perché invece di aumentare i sussidi) e in generale è tra quelli che consuma sempre troppa sanità, vuoi per mentalità vuoi per eccesso di offerta sanitaria (ospedali e cliniche, centri medici, medici, farmacie, …).

Tutto ciò premesso, per tornare all’atto parlamentare oggetto del rapporto, mi permetto evidenziare quanto segue:

  • Questo parlamento decise solo un anno e mezzo fa, ad ampia maggioranza di lasciare immutato l'attuale assetto del dispositivo RIPAM così come maturato e mutato negli ultimi dieci anni ritenendo ulteriori aggiornamenti problematici. Faccio riferimento al mio rapporto 25 marzo 2021 relativo ai messaggi n. 7104/7105 A, approvato il 13 aprile 2021 dal Gran Consiglio.

Accogliere l’iniziativa vorrebbe dire rimangiarsi quel voto.

Infatti,

  • L'atto parlamentare socialista chiedeva, in buona sostanza di ripristinare i limiti antecedenti al 2015 per il diritto alla Ripam, di ridurre, se non abolire, la quota a carico degli assicurati, aumentando il coefficiente cantonale di finanziamento e di alleggerire le condizioni del diritto alla Ripam e la relativa procedura. Si chiede infine che sia introdotto nella LCAMal un dispositivo che consenta di contenere l'impatto dei premi di cassa malati al di sotto del 10% del reddito disponibile. Quindi un atto più tecnico che non avendo retto all’esame critico ora mira di fatto ad altro:
  • oggi si chiede più semplicemente di allargare le maglie dei beneficiari con conseguenze di fatto e assai verosimilmente a tempo indeterminato.

A mente della maggioranza questo non è accettabile (e non solo finanziariamente). È deresponsabilizzante per le ragioni che stanno nel rapporto e per quelle che ho indicato d’ingresso.

Permettetemi di dire sin d’ora che allargare la cerchia dei beneficiari di sussidi non porterà miglioramenti al problema dei costi della sanità poiché mi pare abbastanza ovvio che chi beneficia di sussidi (e la sinistra ne vuole sempre di più) non è sensibilizzato a ridurre il suo consumo di sanità. E quantomeno non lo sarà tanto quanto chi se li deve pagare appieno.

LAVORI COMMISSIONALI

Il Consiglio di Stato si è espresso sulla questione sollevata dall'iniziativa con due risoluzioni governative RG 404 del 29.01.2020 e RG 2982 del 10.06.2020 in ambo i casi si chiede di respingere l’iniziativa. Rinvio al rapporto per i dettagli e gli aspetti tecnici (non sempre di facile lettura) come anche gli studi 2015 e 2020 della SUPSI che arrivano alle medesime conclusioni. D’altro canto, non mi pare che gli aspetti tecnici interessino i firmatari del rapporto di minoranza a cui non sono servite o bastate nemmeno le successive risposte del governo del 28 giugno e del 12 ottobre 2022. Appare evidente che si è voluto attendere la pubblicazione dei dati relativi agli aumenti dei premi di cassa malati per farne un cavallo di battaglia elettorale.

Dev’essere che la sinistra ha degli esperti migliori in grado di proporre soluzioni migliori. Peccato che queste soluzioni consistano nel dire semplicemente che bisogna sussidiare più cittadini e basta. Una visione insoddisfacente, miope e diseducativa.

Su questo tema vi è un evidente interesse elettorale per quest’area politica oltre che una classica divergenza ideologica con il centro e la destra del parlamento. D’altro canto, non è un mistero che la sinistra punti ad una cassa malati pubblica unica e/o a far pagare i premi di cassa malati in funzione al reddito e quindi sempre ai soliti che pagano già le imposte, gli oneri sociali più elevati ecc…

Sull’incidenza della proposta socialista o rossoverde, i dati sono quelli che seguono rinviando per degli esempi concreti al rapporto:

CONCLUSIONI

L'Iniziativa in questione datata del 2019 traeva slancio dal risultato del Consuntivo del 2018 che invero eccezionalmente e dopo diversi Consuntivi in perdita, presentava un'eccedenza di 137.5 milioni di franchi. L'onda di tale entusiasmo si è purtroppo smorzata a causa:

  • della nota pandemia che ha portato a disavanzi di centinaia di milioni alleviati dagli utili della BNS che non sono più garantiti, anzi! Questi utili hanno di fatto ritardato le scelte di risanamento strutturale delle finanze cantonali; scelte non più prorogabili;
  • le forze politiche debbono ancora trovare delle maggioranze nette che resistano all'esercizio di referendum;
  • eventi internazionali imprevedibili sino a qualche mese fa si sono fatti largo con ripercussioni anche nel nostro Paese.

Le prospettive del prossimo futuro non sono certo delle migliori, anzi!

Non pare essere questo il momento razionalmente migliore per forzare determinati ampliamenti di un modello RIPAM già tra i più generosi in un confronto inter-cantonale.

Infatti:

  • L’approvazione della Riforma sociale ha comportato una maggior spesa di ca. 10.5 mio dal 2021.
  • Il sistema attuale RIPAM prevede già l’aumento automatico degli esborsi a carico del Cantone quando aumentano i premi di cassa malati. Pertanto si prevede l’aumento dei già copiosi sussidi erogati dal Cantone, per ulteriori 29 mio che usciranno nel 2023. Il preventivo 2023 prevede esborsi per CHF 196 milioni a titolo di sussidi cassa malati ordinari a cui si aggiungono quelli per i sussidi PC raggiungendo sussidi per oltre ben CHF 350 milioni.
  • Ogni ulteriore aumento di 0.1 di entrambe le costanti di sistema comporterebbe almeno altri CHF 4 o 5 mio aggiuntivi e un aumento di beneficiari di 900/100 unità. Figurarsi i maggiori costi in caso di un aumento di 0.2 o 0.3.
  • L'aumento del CCF di un punto percentuale comporta una spesa aggiuntiva di circa 1.8 mio
  • Non appare nemmeno che quanto proposto vada a favore del ceto medio (cfr. 3.3.2 del Rapporto).
  • La sinistra in uno stato di imbarazzo che verosimilmente non avrebbe avuto in altri momenti volendo attribuirsi la medaglia al valore elettorale sta opponendosi all’iniziativa fiscale lanciata dai partiti di centro e destra quale verrà votata entro il 31.12.2022 mediante la quale si postula la facoltà di ottenere un ulteriore sgravio fiscale di 1'200 fr per ogni figlio a carico. Detta iniziativa comporterà un minor gettito per il Cantone, di cui invece beneficeranno i contribuenti, di ca. 5.5 mio.

Il nostro Cantone è senz’altro assai sociale ma l’interesse pubblico generale è anche quello di preservare dei conti statali sani nell’ottica di una responsabilità intergenerazionale, contenere ulteriori aumenti di spesa oltre a quelli già automatici. Il tutto in un momento storico in cui, il Cantone, salvo voler accrescere la pressione fiscale (che toccherebbe anche il ceto medio), dovrà forzatamente fare delle scelte dolorose non potendo diventare uno stato assistenziale per la generazione attuale e uno stato indebitato per quelle che verranno.

La maggioranza della Commissione ritiene che si debbano affrontare delle valutazioni complete e complesse che abbiano a comprendere e correggere tutti quei fattori che fanno sì che in Ticino vi sia regolarmente un incremento dei premi al di sopra (in modo spesso significativo) per rapporto al resto della Svizzera. Questi fattori sono quelli indicati all’inizio del mio intervento e forniscono margini di risparmio strutturale e duraturo.

Il cittadino ticinese ha già dimostrato, durante la pandemia, ma non solo, di sapere assumere atteggiamenti responsabili. La soluzione non può ragionevolmente essere solo quella, più comoda, di far pagare più sussidi a beneficio di più gente senza ambire ad un incentivo verso il minor consumo di prestazioni sanitarie in eccesso.

In conclusione, vi chiedo di seguire la maggioranza della Commissione sanità e sicurezza sociale ed approvare il rapporto di maggioranza che invita a respingere l'iniziativa parlamentare generica quantomeno, in attesa di altri sviluppi federali

Per la maggioranza della Commissione sanità e sicurezza sociale:

Grazie

Matteo Quadranti, relatore